Crazy Mama (1975)

 CRAZY MAMA (1975)




USCITA CINEMATOGRAFICA: 9 Luglio 1975 (Usa)

REGIA: Jonathan Demme

PRODUTTORE: Julie Corman

SOGGETTO: Frances Doel

SCENEGGIATURA: Robert Thom

FOTOGRAFIA: Bruce Logan,Tak Fujimoto

MUSICHE: Snotty Scott And The Hankies

MONTAGGIO:Lewis Teague

ATTORI: Cloris Leachman,Ann Sothern,Jim Backus


TRAMA

Madre e figlia,dopo essere stati privati della propria casa, tentano di sopravvivere gestendo un salone di bellezza.L'ennesimo "sfratto" anche da li, porta le due a vendicarsi e riprendere la casa sequestrata.Coinvolgeranno nel loro viaggio anche altre persone, ed insieme partiranno per la "crociata".


RECENSIONE

Jonathan Demme, dopo l'ottimo FEMMINE IN GABBIA(1974), firma la sua seconda opera, ma i risultati non sono cosi entusiasmanti come per il primo. Come ben si sa il film doveva essere girato da Shirley Clarke, ma a causa di continui litigi con il produttore, la regia viene affidata a Demme. La pellicola dunque sembra gia avere una genesi tormentata, e Demme ha solo 3 mesi per preparare il tutto in fretta e furia. Il risultato che ne esce non e' dei migliori, e della poetica del regista americano vi e' ben poco, se non quelll'istinto che nell'uomo prima o poi esplode, ma qui e' frenato da un'ironia fin troppo ostativa.Prima di tutto il film seppur ha un buon inizio, in stile "western della prateria", poco dopo sembra di trovarsi in un film drive in semplicemente modesto.I personaggi appaiono ironici, e per certi aspetti lasciano anche una certa atmosfera "surreale" al resto della storia, le rapine fatte senza volto coperto, e con un modo impacciato e goffo,la figlia di Melba che ha due ragazzi con cui dorme , la simpatica vecchietta che riempie la cornice dei "criminali buffoni", ma il tutto non da abastanza solidita' al film.Il tema della pellicola e' in un certo senso la liberta',quella liberta' di riprendere cio' che e' stato tolto, ed il genere pero' commedia, unito a quello violento fa emergere un certo senso di smarrimento che sembra non dare nessun tipo di identita' al film.Piu' che altro qui abbiamo un Demme sperimentale e che levora controvoglia (non a caso non ha ne' scritto il soggetto ne' la sceneggiatura), e di suo probabilmente vi e' poco o niente.Rimane un piccolo ritratto del cinema anni 70 "fuori dalle righe", ma che pretende di farsi piacere a tutti i costi per via della moda inerente all'epoca. Nonostante tutto pero', seppur vi e' poco, in media appare salvabile per via della scorrevolezza che lo accompagna, e lo spettatore meno pretenzioso trovera' conforto.

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