IL CACCIATORE

 IL CACCIATORE (1978)


USCITA CINEMATOGRAFICA: 8 dicembre 1978 (Usa), 23 febbraio 1979 (Italia).

REGIA: Michael Cimino

SOGGETTO : Michael Cimino,Deric Washburn,Quinn Redeker,Louis Garfinkel

 SCENEGGIATURA: Deric Washburn

PRODUTTORE: Michael Cimino,Barry Spikings, John Peverall

MUSICHE:Stanley Myers

FOTOGRAFIA: Vilmos Zsigmond

MONTAGGIO:Peter Zinner


TRAMA

Un gruppo di amici si ritrova poco prima di andare in Vietnam a festeggiare il matrimonio di uno di loro.Partiti per la guerra, le realta' saranno crude ed amare, ed una volta tornati in patria, nulla sara' piu' come prima.


RECENSIONE

Alla sua seconda prova, Michael Cimino firma un gioiello del cinema,La storia a piu' mani nel soggetto, e' raccontata con molta linearita', e gli attori( con tanto di oscar per Walken) sono magistrali.Prima di tutto il tema centrale del film e' senza dubbio il fato ed il suo susseguirsi come una tempesta che si abbatte sui protagonisti inermi,(lo stesso tema del fato, era stato affrontato seppur in piccola parte gia nel suo esordio di UNA CALIBRO 20 PER LO SPECIALISTA) ed in 180 minuti il film scorre in un crescendo di situazioni e mutamenti incredibili. Le prime scene di Cimino infatti inquadrano fin dall'inizio la fabbrica d' acciaio, il tutto in una fotografia scura ben fatta, cio' serve appunto a saldare, oppure semplicmente a rendere il tutto meccanico, proprio come se i protagonisti "fossero quell'acciaio da formare".Dopodiche la bravura degli attori si incomincia a vedere fin da subito, spensierati, allegri, alal vigilia del matrimonio subentrano lititgi, incomrensioni, ma anche molto divertimento.Il matrimonio quindi in un lungo rituale ben congeniato da Cimino sembra in realta' "un matrimonio che prepara al funerale" , una realta' implacabile che si sta sviluppando gradualmente dietro un' altra facciata, quella del vietnam.Poco prima di partire infatti i valori dell'amicizia ben saldati sono comunque in un contesto dove non c e' spazio per l amicizia scherzosa ma per quella vera, quella della sopravvivenza.La roulette russa, la vera protagonista del film, incarna la poetica di Cimino in maniera perfetta, evidenziando l'impotenza dell'uomo di fronte ad una pallattola pronta ad esplodere e colpire la pedina del film.Eppure i due protaginisti scappando da tutto quell'inferno, non dimenticano i valori, i sentimenti, ma si cambia totalmente.De Niro che diventa un soldato, non lascia piu' la sua uniforme, e incomincia a capire i valori della vita( il rifiuto del secondo tempo quando non spara al cervo, cosa che invece aveva fatto nel primo tempo ad un latro animale), Walken diviene un giocatore ella roulette russa pronto ormai a morire per dimenticare (non a caso non ricorda nemmeno De Niro),proprio perche' "gia' morto dentro".La metafora della caccia dunque appare come una sorta di labirinto dove i protagonisti stessi sono "cacciati"dalla vita e dal fato che si abbatte su di loro e che a volte li lascia vivere ed altre no.Il fatalismo di Cimino e' ai massimi livelli, ed il cacciatore rimane un film che scuote la vita dei protagonisti che vivono tra l'illusione di un america che amano, ed una guerra (interiore anche) che pero' odiano e che non possono migliorare.Il dualismo del primo e del secondo tempo imprime nello spettatore un messaggio chiaro.Le fasi della vita corrono su un filo dove si puo vedere in realta' il vero senso dell'esistenza,iniziando da scene divertenti(proprio come fossero bambini adolescenti), alla maturita' della vita( il tema dell'uomo nella sua eta' matura) fino alla fine dove tutto e' in caduta(l' eta' della  vecchiaia dove ormai ci si ritrova a vivere di ricordi vecchi e ormai passati). Nonostante sia innegabile la bravura degli attori, e la bellezza dei personaggi, manca solo un aspetto piu' intimo che non viene espresso in modo piu' determinante(esempio la trasformazione di walken meritava forse un piccolo "lavoro chirurgico" in piu') ma cio' accade solo perche' per Cimino e' importante soprattutto il destino ed il suo narrarsi tramite le figure che vivono il film.Un capolavoro per la critica ed il pubblico, rimane ancora ad oggi una pellicola emozionante e ottimamente girata. Da vedere almeno una volta nella vita.180 minuti di vero cinema.








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